Vitigno: Erbaluce
Allevamento: Pergola e spalliera
Rese per ettaro: 50 q/ha
Produzione annua di bottiglie: 4.000
Raccolta: Metà settembre
Vinificazione: Pressatura delle uve appassite, decantazione statica del mosto e avvio della fermentazione alcolica
Affinamento: 4 anni di botte di rovere e 4 mesi di bottiglia
Imbottigliamento: Leggera filtrazione e tappatura con sughero naturale
Alcol: 14 % Vol
Acidità totale: 5,5 g/L
pH: 3.5
Caluso DOCG Passito
Caratteristiche in degustazione
Colore: Limpido, giallo ambrato acceso
Olfatto: Ampio, dalla frutta secca all’amaricante, dal miele di castagno ai fiori di pesco, da nuance vanigliate a ricordi di mandorla tostata
Gusto: Dolce, ricco, leggermente sapido
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino dolce con una spalla acida importante, più complesso che intenso; quindi pasticceria secca e formaggi o piatti salati dalla spiccata succulenza
Abbinamenti naturalistici: Il parco del Castello di Agliè, tra storia arte architettura e il profumo dei torcetti appena usciti dal forno
Caratteristiche in degustazione
Colore: Limpido, giallo ambrato acceso
Olfatto: Ampio, dalla frutta secca all’amaricante, dal miele di castagno ai fiori di pesco, da nuance vanigliate a ricordi di mandorla tostata
Gusto: Dolce, ricco, leggermente sapido
Abbinamenti gastronomici: E’ un vino dolce con una spalla acida importante, più complesso che intenso; quindi pasticceria secca e formaggi o piatti salati dalla spiccata succulenza
Abbinamenti naturalistici: Il parco del Castello di Agliè, tra storia arte architettura e il profumo dei torcetti appena usciti dal forno
Storia
L’origine di questo vino si trova nella notte dei tempi. In origine lo si classificava tra i vini liquorosi e da dessert, oggi si tende ad accompagnarlo anche ai cibi salati e ai formaggi. Nel 1855 ottenne la medaglia d’oro all’esposizione di Parigi, venne premiato nel 1887 all’esposizione vaticana e in molte altre mostre internazionali. Si ottiene vinificando le uve Erbaluce con grappolo spargolo, dopo un appassimento protratto fino a tutto il febbraio successivo alla vendemmia. È il risultato della vinificazione di grappoli sani accuratamente scelti e sottoposti ad un appassimento naturale, sia appendendoli singolarmente, sia ponendoli su graticci al fine di favorire l’evaporazione dell’acqua presente nell’acino e la conseguente concentrazione degli zuccheri. Deve essere invecchiato almeno 4 anni, 5 anni per la menzione “Riserva”. Per una migliore degustazione, il bicchiere in cui servire il Passito deve essere di vetro liscio e sottile, di fine cristallo, preferibilmente a calice o panciuto.